La rinascita delle sigarette Yesmoke
ROMA – Torneranno sul mercato a metà ottobre le sigarette “Yesmoke”, prodotte a Settimo Torinese in uno stabilimento le cui vicende rocambolesche hanno riempito le cronache giudiziarie, economiche e di costume negli ultimi anni. Soprattutto per la controversa personalità dei fondatori, i fratelli Carlo e Giampaolo Messina, protagonisti per quindici anni di una battaglia senza esclusione di colpi contro le multinazionali del tabacco finita però a fine 2014 con il loro arresto per evasione fiscale e con la contemporanea messa in stato d’accusa da parte della magistratura americana per concorrenza sleale e, ancora, per evasione fiscale.
Prima della fabbrica torinese, i due fratelli avevano architettato un complesso e fraudolento sistema di vendita via Internet di sigarette basato in Svizzera che già gli aveva procurato denunce e inchieste. Imperturbabili i due fratelli, ai quali è stato addirittura dedicato il docufilm “SmoKings” di Michele Fornasero, avevano costruito la fabbrica italiana. Finché, nel 2014 il fallimento e l’avvio di un’altra serie di sofferti tentativi di rilancio finiti sistematicamente con un nulla di fatto.
Ora sembra arrivata la volta giusta: lo stabilimento, con il marchio Yesmoke che appunto tornerà sul mercato fra pochi giorni, una delle pochissime realtà produttive nel settore in Italia, è stato acquistato al Tribunale fallimentare dalla banca d’investimenti svizzera Swiss Merchant Corporation tramite la newsco Tuxedo Srl.
L’imprenditore torinese Davide Giorgetto Actis è stato nominato nuovo amministratore delegato della società, e sono state riavviate le linee produttive su una superficie di 7mila metri quadrati. “L’azienda sta studiano nuovi “blend” ed è dotata di una laboratorio di analisi che le consente di essere attiva nella ricerca di nuovi prodotti, minimizzando i danni per la salute”, dice Francesco Caputo Nassetti, amministratore delegato di Swiss Merchant Corporation. “Investire in ricerca vuol dire essere più competitivi e capaci di conquistare nuovi mercati senza il pericolo di delocalizzazione”. Per incrementare la produzione di sigarette, la nuova gestione di Yesmoke ha avviato contatti con diverse aziende del settore operanti in Europa e in Estremo Oriente per sviluppare progetti in partnership.
Nello stabilimento, del tutto rinnovato (e privo delle scritte provocatorie contro le multinazionali come “7 Bastards” sopra la foto dei ceo di Big Tobacco), lavorano oggi 28 dipendenti, che i nuovi proprietari già promettono di aumentare presto (erano 65 all’apice della fortuna). Si lavora su due linee parallele automatizzate e sono stati migliorati i sistemi di controllo di qualità sulle materie prime durante la lavorazione e sul prodotto finito. Tutto è pronto insomma per riportare nelle tabacchierie l’unica sigaretta del tutto Made in Italy. Le fabbriche ereditate dagli ex Monopoli com’è noto sono state chiuse dalla British American Corporation che le aveva rilevate. Restano le produzioni avanzate della Philip Morris, che a Bologna produce le nuove sigarette “smokeless” e poi quelle del Sigaro Toscano di imminente quotazione in Borsa.